Nomadelfia

Una comunità ispirata agli ideali evangelici di fratellanza

Nomadelfia è una comunità di cattolici praticanti che cerca di vivere adottando uno stile di vita ispirato a quanto riportato negli Atti degli Apostoli e simile all'esperienza dei kibbutz o dei falansteri. La comunità è formata da famiglie e laici non sposati che cercano di vivere secondo i principi cristiani e di rendere la vita sociale più giusta ed equa. Il nome "Nomadelfia" deriva da "Noi Madre del Figlio", che esprime la devozione alla Madonna e alla sua maternità.

Il fondatore, don Zeno Saltini, nato da una famiglia di agricoltori benestanti di Carpi, vive l'infanzia e la giovinezza tra fermenti cattolici e socialisti. Ordinato sacerdote nel 1931, raccoglie i primi bambini di strada nella parrocchia di San Giacomo Roncole, in provincia di Modena. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la comunità si dedica all'accoglienza di perseguitati politici ed ebrei.

Nomadelfia si basa sulla condivisione dei beni e sull'eliminazione del denaro come mezzo di scambio. I nomadelfi che ottengono guadagni fuori dalla comunità li versano a questa che provvede poi a dare a ognuno i beni di cui necessita. In questo modo, non esistono disabili o anziani assistiti solamente dalla famiglia ma dalla comunità stessa.

Nomadelfia: la comunità fraterna senza denaro

Come si vive a Nomadelfia

Adozione di uno stile di vita ispirato agli ideali fraterni

"Nomadelfi" sono coloro che, compiuti i 21 anni, decidono liberamente di aderire al modello di vita definito "proposta", che punta a un ritorno alla "Chiesa delle origini". In Nomadelfia, la vita è organizzata in modo che le famiglie siano la cellula primaria della comunità, dove adulti, sposati e non sposati fungono da genitori non solo dei propri ma anche dei figli altrui, dei figli di nessuno. Nascono in questo modo le cosiddette "mamme di vocazione", donne che rinunciano al matrimonio per vivere la maternità in totale castità: madri in famiglie che hanno numerosi figli di tutte le età.

Educazione e formazione

L'educazione obbligatoria ai bambini e ai ragazzi viene data da membri della comunità durante l'anno, mentre gli esami di stato sono sostenuti da questi come "privatisti". Gli obiettivi educativi si basano sulla formazione morale e religiosa, ma anche sull'apprendimento di attività pratiche come l'agricoltura, l'allevamento degli animali e la lavorazione del legno.

Lavoro e attività

Nella comunità, ogni adulto è tenuto a svolgere una attività lavorativa che contribuisca al benessere dell'intera comunità. Gli uomini si occupano principalmente di agricoltura e della cura degli animali, mentre le donne si dedicano alla cura dei bambini e alla gestione delle case. Inoltre, ci sono anche attività di carattere artistico, come la produzione di oggetti in ceramica e la creazione di quadri e arazzi.

Nomadelfia oggi

Nomadelfia si trova all'interno del comune di Grosseto e conta circa 300 membri, con una età media di 30 anni. La comunità ospita anche dei rifugiati politici provenienti da paesi come Siria, Afghanistan e Iraq, che vengono accolti e integrati nella comunità.

Negli ultimi anni, Nomadelfia si è aperta al di fuori della comunità, organizzando eventi culturali e promuovendo la propria attività attraverso il sito web e i social media. Inoltre, ha collaborato con varie istituzioni pubbliche, come scuole e università, per promuovere i propri valori e per sensibilizzare la società sull'importanza della condivisione dei beni.

Nomadelfia rappresenta un'esperienza unica nel panorama italiano e mondiale, che si basa sulla condivisione dei beni e sulla solidarietà tra le persone. La comunità ha dimostrato che è possibile vivere insieme in armonia, in un mondo dove la competizione e l'individualismo sembrano prevalere.

Davide Neri
Scritto da Davide Neri
Aggiornato Giovedì 19 Gen 2023