Condofuri

Il dialetto greco-calabro: una lingua minoritaria

Il dialetto greco-calabro o grecanico appartiene alla isola linguistica greca d'Italia insieme alla Grecìa Salentina. Questo dialetto viene parlato nella Città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria, ed è considerata una lingua minoritaria. Sebbene il numero di parlanti sia incerto, si stima che vada dai 500 ai 2.000.

La storia del dialetto greco-calabro

Il dialetto greco-calabro si parlava in tutta la Calabria meridionale fino al XV secolo-XVI secolo, quando iniziò ad essere sostituito dal dialetto romanzo. Tuttavia, il grecanico ha avuto un'influenza significativa sulla grammatica e molti vocaboli del dialetto romanzo (nel XVIII secolo, il dialetto calabrese aveva ancora moltissimi grecismi).

Ancora in età angioina la lingua greca veniva usata in una vasta area compresa tra Seminara, Taurianova, la valle del Mésima e l'altopiano del Monte Poro, caratterizzata da dialetti, toponimi e forme folcloristiche. Nel corso del tempo, il greco cominciò a scomparire progressivamente dal XVI secolo in alcune aree calabresi.

Verso la metà del XVI secolo la lingua greca era stata eliminata nel bacino del Petrace, in particolare nell'alta valle del Duverso e del Tasi. Nel corso del secolo successivo, il fenomeno regressivo interessò talune valli del versante occidentale dell'Aspromonte che incombono sullo Stretto di Messina.

Durante il XIX secolo la perdita dell'antico idioma interessava centri come Pentedattilo, Africo, Brancaleone, Motta San Giovanni, Montebello Ionico e San Lorenzo, aree del versante ionico dell'Aspromonte. Nei primi decenni del XX secolo, il fenomeno regressivo ha interessato i comuni di Palizzi, Staiti, Cardeto, Roccaforte del Greco, Amendolea e Condofuri.

Durante il fascismo, le minoranze linguistiche, tra cui la comunità linguistica del Greco di Calabria, venivano osteggiate. L'uso di altre lingue che non fossero l'italiano, dunque considerati dialetti, era considerato dagli stessi parlanti come simbolo di arretratezza e i maestri punivano quegli alunni che venivano sorpresi a parlare in classe un dialetto anziché l'italiano.

Il grecanico: lingua e cultura ellenica in Calabria

La rinascita del dialetto greco-calabro

Per molti anni gli ellenofoni di Calabria sono rimasti nell'oblio. Persino in Grecia si ignorava la loro esistenza. La rinascita dell'attenzione su tale fenomeno linguistico si deve al pionieristico lavoro del glottologo e filologo tedesco Gerhard Rohlfs, che contribuì molto alla salvaguardia della lingua. In suo onore la città di Bova ha allestito una mostra multimediale dal titolo “Calabria contadina nelle immagini di Gerhard Rohlfs”, a cura di Antonio Panzarella dal 2012.

Il valore culturale del dialetto greco-calabro

Il dialetto greco-calabro è un prezioso patrimonio culturale della regione. La sua conservazione e promozione sono fondamentali per preservare le radici e la storia di questa terra.

Negli ultimi anni, molte iniziative hanno cercato di valorizzare maggiormente il grecanico. Ad esempio, nel 2016, la Regione Calabria ha istituito il ''Giorno del Greco-Calabro'' per celebrare la lingua e la cultura ellenica del sud Italia.

Inoltre, l'associazione Ellenismo Calabria promuove l'uso del dialetto greco-calabro attraverso eventi e iniziative culturali. Nel 2019 si è anche tenuto il primo Festival del Grecanico a Bova, il principale centro urbano greco nella regione.

Conclusioni

Il dialetto greco-calabro o grecanico è un patrimonio culturale prezioso della regione. La sua conservazione, diffusione e promozione sono fondamentali per preservare la storia e l'identità della comunità ellenica del sud Italia. Grazie alle iniziative di valorizzazione, speriamo che questa lingua possa essere tramandata alle future generazioni e continuare a essere un elemento distintivo della Calabria.

Giovanni Rinaldi
Scritto da Giovanni Rinaldi
Aggiornato Domenica 13 Feb 2022